«L’utilizzo strumentale e maldestro di osceni fatti di cronaca per tentare di cambiare secoli di storia e civiltà è davvero imbarazzante, se non ridicolo. Siamo proprio la “civiltà” dell’attimo… fuggente direi»

Questo il mio post su Facebook. Dopo qualche sollecitazione di chiarimento mi sono sentito di esplicitare più largamente il pensiero. Ed eccomi dunque, forse anche mio malgrado, a contribuire a questo dibattito che dimentica i seimila bambini morti a Gaza in poco più di un mese di inettitudine anche europea e di circa (per difetto) 300.000 ragazzi sotto i 25 anni morti tra ucraini e russi dal febbraio scorso, sempre senza batter ciglio europeo… Anzi!

Approfondisco con una risposta che ho dato (nel medesimo post) a Flavio Polloni, già Sindaco di Cuggiono e al caro Fulvio Bella, poeta puro e dirigente nazionale a pieno merito del mondo della cooperazione:
Una società che attende l’evento eccezionale e, ripeto, osceno di cronaca nera per muoversi improvvisamente verso nuove leggi e regole (inevitabilmente malfatte e squilibrate data la repentinità) è una società vuota, priva di senso di realtà e di senso critico oltre che di capacità di autodeterminazione.
La comunicazione giornalistica che prevede ballerine e tuttologi a discettare per ore di società patriarcali o meno, e della loro responsabilità nel merito di un omicidio, è dannosa, fuorviante e mistificante; e forse non è un caso. I cambiamenti sociali si costruiscono passo a passo, con il tempo necessario e soprattutto con la cultura necessaria. Si parta dalla scuola (oggi allo sbando) da una profonda riforma che preveda grandi investimenti economici per infrastrutture e formazione del personale docente“.

Al netto della consapevolezza che tutte le società intrise di monoteismo tendono al patriarcato, ora vorrei rispondere indirettamente a coloro che ancora pensano che una società sana si possa (o debba) basare su “azioni e reazioni rapide“ tra cronaca nera e istituzioni; mi pare chiaro che ciò già, ahimè, avvenga, mi pare che tutti dopo le coltellate si affannino a giustificarsi a vario titolo; è chiaro che tale dinamica sia deleteria e sprofondante la civiltà. Infatti è proprio nelle Istituzioni, nella Scuola, nella società civile che vanno cercate le soluzioni, non basta osservare e registrare oscenità delittuose per muovere acefalicamente il Parlamento a leggi inusuali, storte e raffazzonate, a spingere l’opinione pubblica verso indefinite, o mal pensate, modificazioni sociali tra l’altro che nell’ipotesi sarebbero di respiro epocale.
In definitiva penso che ogni mossa di comunicazione abbia un fine preciso (o almeno lo spero, altrimenti sarebbe pure peggio) e questo focus sull’omicidio efferato di una ragazza giovanissima che occupa decine e decine di pagine di quotidiani nazionali mi pare, una volta in più, la dimostrazione che siamo immaturi, ignoranti, spocchiosi e pericolosi; e forse malvagi e immorali perfino. Immorali nei confronti dell’analisi: nella sua assenza prima del fatto e nella sua disanima disordinata ex post. Immorali e pericolosi a noi stessi perché, insisto, la civiltà dell’attimo è qui e intanto le scuole crollano, fisicamente (ed è grave) ma anche idealmente (ed è molto più grave).
Condoglianze sincere alle famiglie coinvolte da questi drammi immensi.
Anche e sopratutto per rispetto a quelle famiglie, torniamo a progettare la nostra civiltà. Altro che cronaca nera!

Francesco Oppi
Guado, 22 novembre 2023

Share This